Fotografia

Smartphone Photography

Il mondo fotografico sicuramente è stato uno di quei settori dove la tecnologia ha avuto in impatto maggiore e per certi versi dirompente. Infatti l’introduzione tecnologica spesso viene percepita, anche a causa dei media, come sostitutiva di qualcosa, non complementare come poi regolarmente accade.

Nel 1999 mi sentivo dire le peggio boiate, eravamo nel mezzo della bolla della dot-com. “Il panettiere venderà solo online, è il futuro“. Chiaramente da informatico mi chiedevo perché diavolo un panettiere dovesse vendere solo online, per altro con quali vantaggi rispetto a prima?! Dopo l’esplosione della bolla i danni contrari, di riflusso, non furono da meno.

Questa introduzione per dire che nella fotografia abbiamo avuto ambedue le situazioni. Da un lato c’è stata una evoluzione ancora in corsa che ha visto migliorare le capacità di zoom, di miglioramento delle ottiche e di usabilità per cui chiunque oggi può fotografare anche con discreto successo. Dall’altro abbiamo avuto uno sterminio dei negozi fotografici e la fine del rullino fotografico. Se si pensa che persino il vinile, una dinosauro nella storia della musica, è riuscito a sopravvivere, beh il rullino no, a quanto pare non ce l’ha fatta.

In questo mondo, come quello musicale, si sono insidiati oggetti che in partenza non avrebbero a che fare nulla con quello fotografico, ovvero gli smartphone.

Da qualche tempo ho per le mani un Iphone 12 mini che ha due fotocamere e quindi anche due sensori comparabili alla mia fotocamera tascabile “da montagna” con stop a 1.2. Ovviamente non siamo a livelli di mirrorless con sensori APSC figurarsi il Full Frame. Tuttavia quello che manca alle fotocamere tradizionali è la potenza computazionale e l’intelligenza artificiale, in questo caso con CPU dedicata allo scopo.

Da possessore di Reflex, camere compatte e smartphone android, devo dire che Iphone è riuscito a stupirmi. Innanzitutto le due fotocamere sono perfettamente allineate per quanto riguarda il colore e l’esposizione tanto che non si riesce a percepire differenze tra una e l’altra, sia nel passaggio che nelle immagini scattate. E questo è un fattore squisitamente software, perché per quanto possano produrre fotocamere con certe specifiche, poi a livello industriale quindi con tolleranze maggiori, non è possibile ottenere risultati simili.

Anche se in apparenza si ha l’impressione di usare solo una delle due, in realtà vengono sempre usate entrambe. Alla fine la computazione con un processore che sembra persino “dormire” per quanta potenza dispone, e il software che macina praticamente in tempo reale la scena, chiudono il cerchio. Le foto sono davvero notevoli per un arnese così piccolo, per giunta c’è spazio, e questo sicuramente sarà il futuro, per fare post-processing utilizzando l’intelligenza artificiale per inventarsi scene ancora più particolari o elaborate.

Questo mi porta direttamente alla questione di usabilità. La reflex/mirrorless ha ancora senso? certo per un fotografo professionista sicuramente si, probabilmente anche per un prosumer o un entusiasta del settore. Ma io mi sto riferendo ai fotografi amatoriali come lo sono io. Raramente la scena fotografica la conosciamo a priori, cioè dovresti andare in un certo posto, su un certo soggetto ad una certa ora per la luce perfetta. Con questi dati che si conosco a priori ti porti dietro la reflex, con le ottiche giuste, magari il cavalletto…

Da quando ho la reflex questa cosa forse una volta o due si è verificata. Chiaramente dipende da che tipo di foto uno normalmente fa o gli piace fare. Nel mio utilizzo il 99% delle volte è del tutto occasionale, con tempi e modi molto stretti. Una particolare illuminazione del sole che colpisce un soggetto o una scena, magari anche solo per un minuto o poco meno. Tiri fuori dalla tasca lo smartphone e con un “tap” spari tre o quattro scatti. Rispetto al mio vecchio Android dove la scena poi la riguardavi al PC, e talvolta ti chiedevi “ma che c’avevo visto per fare sta foto?” cercando di affidarti alla memoria visiva, con Iphone 12 questo non mi è ancora successo.

Le foto colpiscono, forse pure troppo nel senso che certi elementi sono caricaturati, ad esempio il cielo o i volti. L’impatto iniziale però risulta essere notevole al primo sguardo e di fatto riesce a comunicare qualcosa subito. Cosa che invece nella fotografia “normale” rischia di essere “mono colore”. Hai fatto un bel po’ di foto, e le scorri senza trovare quel “click” visivo che ti fa fermare ad osservarla. E talvolta scene che magari meriterebbero di essere lavorate via software, come un diamante grezzo, finiscono nel giudizio della mediocrità e le ignori.

Con queste premesse sono intrinsecamente indotto a fare più foto, quando prima magari avrei potuto ma poi lasciavo perdere. La reflex è ferma da tempo, e il solo pensiero di portarsi appresso kg di roba per realizzare foto che per forza di cose devono passare per un programma di fotoritocco mi fa già desistere. Si potrebbe dire che così il cervello e i comportamenti si atrofizzano… ma è davvero così?

Alla fine se andiamo a fare la considerazione sul piano economico, siamo paradossalmente li con il livello di prezzo. Solo che il ritorno di investimento potrebbe essere molto differente, appunto nel mio caso la reflex è inutilizzata mentre l’iphone se non sono le foto è qualcos’altro per cui ci si tiene “il naso sopra”. Chiaramente come detto qualche paragrafo sopra, dipende anche dal tipo di foto che si è soliti realizzare. Con un sensore APSC la qualità di partenza è elevata di suo. Sebbene devo dire che con l’incrocio dei dati di due sensori, con Iphone anche andando di ingrandimento prima di vedere i pixel bisogna spingere parecchio. Quello che forse mi manca un po’ è lo zoom ottico, che hanno gli Iphone PRO sebbene sia uno zoom “omeopatico” rispetto a qualsiasi fotocamera degna di questo nome.

In definitiva si sta realizzando una smartphone photography, cioè una nuova corrente artistica visiva che sicuramente prima richiedeva pianificazione e ora è immediata, non solo nello scatto ma anche nel non impiegare tempo a migliorare il risultato, visto che un software lo fa per noi.

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